\paperw9000 \margr0\margl0 \plain \fs20 \f1 \fs24 Nel 774 Carlo, re dei Franchi, vinse ripetutamente i Longobardi conquistandone il regno. Il nome di \i Regnum Langobardorum\i0
individu≥ nella penisola un territorio che comprendeva la parte centro-settentrionale della stessa, cui si aggiunse successivamente il ducato spoletino: ma non si ebbe immediatamente una automatica sostituzione dei Franchi ai Longobardi nelle strutture p
olitico-amministrative del regno.\par
Ci≥ avvenne solo in seguito alle resistenze di una parte dellÆaristocrazia longobarda, specie quella delle regioni nord-orientali. Nel 776 una rivolta tentata da Rotgaudo e da Stabilino di Treviso fu stroncata; nel
787 fu definitivamente sconfitto Tassilone di Baviera, che era divenuto un poÆ il simbolo della resistenza antifranca; nello stesso anno Arechi, duca di Benevento, era costretto a riconoscere la sovranitα del re franco negli stessi termini in cui i prede
cessori beneventani avevano riconosciuto quella dei sovrani longobardi di Pavia, anche se il figlio di Arechi, Grimoaldo, non si mantenne sempre fedele ai patti e tent≥ vanamente di contrastare la supremazia franca nella penisola: lÆItalia meridionale, d
opo questi estremi fenomeni di ritorni ônazionalisticiö longobardi, si avvi≥ a un destino storico di grande frammentazione politico-territoriale, di intreccio di componenti etniche, di autonomismi e di lento esaurimento della dominazione e dellÆinfluenza
bizantina, che fu risolto solo alla fine del secolo 11░ con lÆavvento dei Normanni e il successivo costituirsi di una monarchia unitaria dalla Campania alla Puglia, alla Sicilia.\par
Solo dopo questi eventi, e dopo che si rivel≥ illusoria la costituzio
ne di un regno italico dotato di larga autonomia, anche legislativa (\i capitolari italici\i0 ), lÆamministrazione del territorio italiano sottoposto alla dominazione franca fu organizzata in contee (al posto dei ducati), progressivamente concesse a pers
onalitα franche legate al sovrano da un vincolo di vassallaggio, che rendeva \i fideles\i0 del re uomini formalmente inseriti in un reticolo clientelare costituito da liberi: un reticolo che, a sua volta, si riproduceva allÆinterno delle singole struttu
re e distrettuazioni della dominazione franca, contee o marche che esse fossero. La situazione non mut≥ quando Carlomagno assunse il titolo imperiale.\par
Il prestigio che gli veniva dalle vittorie riportate sui popoli ancora pagani dei Sassoni, Avari e
Slavi, alle quali era seguita la penetrazione del cattolicesimo, lÆordine e la tranquillitα assicurati in tanta parte dellÆantico impero romano, favorirono la ripresa dellÆantica mistica regia merovingia, rafforzata dalla suggestione biblica del regno d
avidico e dallÆaspirazione a realizzare in terra lÆagostiniana cittα di Dio. La fisionomia di difensore di Roma e del papato che derivava a Carlo dal titolo di \i patricius Romanorum\i0 , inseriva suggestioni romane nellÆideologia della corte franca e in
teressava ad essa anche i papi. SicchΘ si pu≥ dire che prima di affermarsi come effettivo istituto storico, lÆimpero era nellÆaria e cointeressava il regno dei Franchi e la Chiesa. Ma quando, il 25 dicembre 800, esso fu realizzato con lÆincoronazione di
Carlo in S. Pietro, si vide che le due prospettive divergevano. Carlo considerava la corona imperiale quale incremento della propria dignitα regia estendentesi su pi∙ regni, e come il simbolo di un potere del quale la religione costituiva un particolare
settore, secondo il modello giα formulato per lui del \i rex et sacerdos\i0 . Per il papato, invece, lÆimpero era una diretta filiazione della Chiesa, a essa subordinato con compiti politici e militari. Tuttavia per un certo periodo i papi non esercitaro
no grande influenza nelle vicende franche. \par
NellÆItalia settentrionale il regno, ora frequentemente designato ôitalicoö piuttosto che ôlongobardoö, fu dopo la morte di Pipino affidato al figlio Bernardo, che pochi anni dopo si ribell≥ a Ludovico il
Pio, probabilmente perchΘ avvert∞ una minaccia allÆautonomia del regno; successivamente il regno fu retto da Lotario, figlio di Ludovico il Pio. Per questa reggenza, durata dallÆ823 allÆ844, il regno pat∞ le conseguenze di non avere un proprio re che ne
curasse la prosperitα, giacchΘ Lotario, impegnato nelle lotte contro i fratelli per la divisione dellÆimpero, lo consider≥ semplicemente un rifugio nei periodi di disgrazia.\par
Le strutture carolingie innestatevi da Pipino corsero cos∞ il rischio di an
dare travolte e lÆamministrazione pubblica divenne inefficiente. In questa epoca si assiste a un processo di formazione di vasti domini da parte di famiglie aristocratiche, soprattutto di quelle che esercitavano funzioni pubbliche nelle marche confinarie
, del Friuli, di Tuscia, di Ivrea e di Spoleto. La mancanza di un forte re italico e le crisi della politica carolingia permisero anche tentativi di sganciamento dallÆautoritα franca a Roma, dove sembra che si costituisse addirittura un partito favorevol
e al ritorno sotto lÆautoritα bizantina; facilitarono inoltre lÆaffermarsi nellÆItalia meridionale di una situazione assai grave.\par
Al momento della conquista del regno da parte di Carlomagno, il duca longobardo di Benevento Arechi II, genero di re De
siderio, aveva preso titolo di principe e atteggiamenti di erede e difensore della tradizione longobarda. Favorito da unÆeconomia prospera, arricchito da influenze bizantine e addestrato per il continuo stato di guerra con le cittα italico-bizantine dell
a costa (Napoli, Amalfi, Sorrento), il principato di Benevento oppose fiera resistenza alle campagne che Carlo e Pipino condussero contro di esso, riuscendo a conservare una sostanziale indipendenza.\par
Anche nella cultura il meridione longobardo fu, n
el 9░ secolo, assai vivace. Ma la divisione dellÆaristocrazia in fazioni e le velleitα anarchiche dei singoli signori causarono presto la rottura del principato in due aree politiche, entrambe col titolo di principato, quella di Benevento e quella di Sal
erno, cui si aggiunse presto la contea di Capua. Cos∞ diviso, e in continuo stato di lotta, il meridione longobardo divenne facile preda per le scorrerie dei Saraceni che, dalle coste della Tunisia, tenevano sotto una minaccia costante le popolazioni cos
tiere. NellÆ827 essi avevano intrapreso la conquista della Sicilia, cacciandone progressivamente i Bizantini che ancora la tenevano. Chiamati spesso come mercenari dai potentati meridionali in lotta fra loro, i Saraceni giunsero a insediarsi stabilmente
a Bari, Taranto, Reggio. Le loro imprese sÆimposero allÆattenzione di tutto lÆimpero quando, nellÆ846, una banda saracena giunse fino a Roma mettendo a sacco le basiliche degli Apostoli.\par
Il figlio di Lotario, Ludovico II, coronato nellÆ844 re dei Lo
ngobardi e promosso nellÆ850 alla dignitα imperiale, associato dapprima al padre, e, dopo la morte di questo, unico imperatore, proprio per le divisioni ereditarie dellÆimpero fu limitato ad esercitare la sua autoritα sul regno italico. Ma proprio per qu
esto il suo periodo ebbe grandi conseguenze nella storia dÆItalia e dellÆimpero. La sua attivitα volta a ricostruire le strutture del regno italico ridandogli efficienza e ad affermare la sua autoritα in Roma e nel meridione, ove sÆimpegn≥ a cacciare i S
araceni e a stabilire unÆegemonia sui potentati locali, ridiede unione e prestigio al regno. A partire da lui la dignitα imperiale si leg≥ indissolubilmente con la corona italica; dÆaltra parte, privo dÆautoritα oltralpe, egli cerc≥ nel papato la sanzion
e delle sue prerogative, finendo con lÆaccettare la teoria imperiale romana. Cos∞, dopo la sua morte senza successori diretti, sia il papato, ormai fortemente interessato nelle questioni del regno, sia lÆaristocrazia comitale che lÆepiscopato italico, ch
e durante il suo regno si erano rafforzati, poggiandosi lÆuna sui possessi fondiari organizzati mediante la fusione tra le strutture agrarie italiche e le consuetudini feudo-vassallatiche importate dÆoltralpe, lÆaltro sulle giα vivaci forze cittadine del